Questi bicchieri meravigliosi in stile liberty con decoro di Giovanni Maria Mataloni, ci danno modo di parlare della storia di una prestigiosa ditta bolognese.
“Il marchese Filippo Sassoli dé Bianchi rifonda la distilleria di liquori Buton, nata nel 1820 dal sodalizio fra il reduce napoleonico Jean Bouton (1831-1869, ex fornitore della casa reale francese, proveniente da una famiglia di distillatori della Charente) e Giacomo Rovinazzi (1834-1912), pasticcere sotto il portico del Pavaglione.
Dal 1830 la Gio. Buton s.p.a ha sede a Bologna in viale Pietramellara, dove ha prodotto distillati di grande successo, come l’Amaro Felsina, la Crema Cacao, il Cognac Buton, la Coca Boliviana e persino uno sciroppo a base di gomma, descritto come “preservativo sovrano contro le malattie di petto”.
La ditta partecipa nel 1900 all’Esposizione Universale di Parigi con un fastoso chiosco in stile liberty, opera di Ermete Maccaferri, premiato con medaglia d’oro”.
Fonte: libreria Sala Borsa Bologna
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Giovanni Maria Mataloni ( Roma 1869 – 1944)
Nome storico dell’arte cartellonistica italiana, Mataloni entrò nel 1891 come apprendista litografo presso le Officine Grafiche Ricordi di Milano, realizzando, quattro anni più tardi, il famoso manifesto per la lampada a incandescenza-brevetto Auer, il primo a entrare a far parte della collezione di Ferdinando Salce, la cui raccolta di cartelli pubblicitari è oggi custodita presso il Museo Civico Luigi Bailo di Treviso. Il sinuoso stile Liberty espresso dai suoi disegni provocò l’ammirazione del grande studioso d’arte Vittorio Pica, uno dei primi critici a interessarsi al manifesto pubblicitario. Mataloni lavorò anche per gli editori Chappuis e De Agostini (per quest’ultimo creò anche il noto marchio con la figura di Atlante). Illustrò anche molte copertine di libri e di cataloghi, collaborando anche al prestigioso annuario «Novissima».
(AA.VV., Catalogo Bolaffi del Manifesto Italiano, Giulio Bolaffi Editore, Torino 1995)