E ora che tutto riparte? Lenti o veloci?

Chi lavora nella ristorazione sa bene che questo bellissimo mestiere è molto faticoso e a volte è un attimo perdere l’equilibrio e sentirsi in una catena di montaggio. È molto diverso avere l’hobby della cucina e mettere a tavola in orario, con un servizio impeccabile, tanti sconosciuti. Quando ho fatto la scelta di venire a vivere qui e aprire le porte di questa casa, l’ho fatto anche per spezzare quella catena, non dovere per forza fare del lavoro qualcosa di massacrante e alienante. Oggi mi sono scritta questa frase sulla lavagna che vedo dalla cucina ogni giorno. Questa crisi incredibile ci ha fatto avere più tempo per noi e anche io, per alcuni versi, ne ho beneficiato. Dobbiamo impegnarci ogni giorno per non dimenticare di fermarci, respirare, guardare la bellezza intorno, non esser schiavi della produttività a tutti i costi. Non è semplice, se si ha un’azienda, soprattutto per chi, come me, è una instancabile lavoratrice. Può essere un pregio non essere schiavi della pigrizia perché mi ha portato fino a qui. Non ce l’avrei di sicuro fatta senza lavorare sodo, con tutta me stessa e tanto sacrificio, ad esaudire il mio grande sogno, ma può diventare una trappola se non c’è misura e far perdere la passione per le cose che si fanno se sono troppe. E per voi? Che esperienza avete su questo tema? Trovate facilmente equilibrio tra lavoro, tempo libero e affetti?


lavoro #bellezza #felicita #happiness #equilibrio #vita #bellezza #lentezza

Toc toc è arrivato il latte

È arrivato il latte in vetro!! Sono molto orgogliosa di questa nuova collaborazione che vede noi e altre 5 famiglie di Monte San Pietro abbandonare il latte in plastica della grande distribuzione per questo prodotto di montagna ⛰ Vi spiego meglio: durante il lockdown ho avuto la fortuna di mantenere vivo il rapporto con alcune/i vicini/e di casa, piccoli gesti ma anche una chat e l’acquisto dei nostri prodotti mi permetteva di sperare e darmi da fare, in un momento dove l’80% del mio lavoro turistico era perduto. Durante queste settimane infinite, ho guardato cosa potevo migliorare della mia piccola realtà e dei già selezionatissimi produttori. L’obiettivo “packaging zero” rimane importantissimo per me e l’uso della plastica si spreca nei ristoranti…ora ci mettiamo pure il plexiglas, i guanti, baracca e burattini e siamo fritti. Ho pensato di cercare ancora, perché l’anno scorso la mia richiesta del “latte in vetro” era stata a dir poco fallimentare. Scuotevano tutti la testa dicendo che per questioni di igiene non se ne parlava. Nel frattempo la butto lì anche nella “chat di paese” che usiamo per comunicarci la qualunque, dalla neve in strada ai consigli dove lavare il gatto. Incredibilmente su 60 persone aderiscono subito e senza pensarci troppo in 8. Mi gaso ed emoziono…non è semplice cambiare abitudini ma loro ci stanno!! Riparto con con le chiamate ed eccolo finalmente il nostro uomo: Guglielmo di Monzuno!! Avevo già bevuto il suo latte comprandolo al Mercato della Terra poi Mercato Ritrovato…Fantastico, superlativo, strampalato!! Ed eccoci qui, a ordinare e ricevere ogni settimana qui in agriturismo il latte davanti alla porta, come succedeva tanti anni fa, a rifiuti zero! Questo è solo l’inizio certo ed è un gesto piccolo piccolo, che però ci permetterà di incontrarci per il ritiro delle bottiglie, due chiacchiere ed un caffé e continuare a sognare mondi possibili e differenti insieme, come comunità un po’ meno isolata di prima.

Chiara

Pulizie? Sì ma ecologiche

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Oggi, vorrei spendere due parole sulla cura della nostra casa. Questa quarantena ci ha dato a disposizione più tempo per riorganizzare, sistemare e pulire casa. Praticamente l’80% delle persone che conosco hanno messo sotto-sopra il proprio nido. Ma i prodotti che usiamo per la pulizia della casa che conseguenze hanno quando si riversano in mare?

Con questa domanda, qualche anno fa, ho iniziato a fare in casa alcuni prodotti molto semplici che vorrei condividere con voi, sperando di aiutarvi nel percorso di autoproduzione necessaria per un cambiamento di rotta. Ho selezionato solo quelli secondo me immancabili, senza i quali non voglio più stare:

Pulitutto ecologico/sgrassante fornelli e superfici (il re della cucina che io uso al posto dello sgrassatore chimico)

300ml acqua + 100ml aceto + 30 o più gocce di olio essenziale alla lavanda +  un cucchiaino di sale

In un contenitore spray da 500 ml mettere tutto e shakerare.

Disgorgante (al posto di quello distruttivo per gli scarichi che conosciamo)

¼ di tazza di bicarbonato di sodio+50 ml di aceto+acqua bollente

Versare il bicarbonato, vuotare sopra l’aceto e infine l’acqua bollente.Anche l’acqua di bollitura della pasta oltre a poter essere usato per la sgrassatura dei piatti è un ottimo disgorgante per le tubature.

Detersivo in polvere per lavatrice (così non sprecherete più plastica)

2 cucchiai di sapone di marsiglia grattugiato+1cucchiaio abbondante di percarbonato+1 cucchiaio raso di soda solvay+olio essenziale alla lavanda

Questa ricetta consente di prepare una dose di detersivo, per il bucato usare 1o 2 dosi a seconda della necessità.

Ammorbidente/Anticalcare/Brillantante

Acido citrico (in media un cucchiaino a lavaggio)

Detergente per pavimenti

120 gr di soda solvay+30 gr di detersivo piatti ecologico+850gr. di acqua

Deodorante per ambiente/Profumante antiparassitario per animali

100ml acqua+10 gocce olio essenziale di lavanda

Mettere in un contenitore a spruzzo e vaporizzare nell’ambiente ogni volta che si vuole deodorare l’aria o distribuire nelle cucce o sul pelo del vostro amico. Essendo molto delicato, non è da sostituire alle cure antiparassitarie del caso ma resta un valido aiuto.

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Dove potete trovare i prodotti? Da noi potrete acquistare l’olio essenziale di lavanda mentre nelle botteghe bio del vostro quartiere o su siti come macrolibrarsi.it o altri di settore, il resto! L’è commerce oramai non lascia scuse nemmeno ai più pigri 🙂

Il prossimo step nella nostra autoproduzione sarà la LISCIVA DI CENERE, avendone prodotta in gran quantità questo inverno. Se anche questo vi incuriosisce ecco il link

www.nonsprecare.it/come-fare-lisciva-di-cenere-utilizzi

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Spero che abbiate come me soddisfazione nell’autoproduzione di questi semplici prodotti. Io sono rimasta sbalordita ad esempio dal potere sgrassante e disincrostante dell’aceto! Mi sono chiesta più volte come sia possibile che la nostra generazione non sappia fin dalla tenera età che si può risparmiare e non inquinare con prodotti che abbiamo tutti in dispensa.

 

Buone sperimentazioni e se avete altri suggerimenti, lasciate un commento!!

CONTATTATECI PER RICEVERE A CASA IL NOSTRO OLIO ESSENZIALE DI LAVANDA

——>ogni acquisto è un sostegno alla nostra realtà resistente!

info@casavallona.com      www.casavallona.com/catalogo

Grazie in anticipo

Chiara

Riferimenti internet

www.babygreen.it

www.officinanaturae.it

www.cleanmama.com

www.macrolibrarsi.it

 

 

Gente d’Appennino ai tempi della pandemia


Cosa vi posso dire car* amic*…ho lavorato da gennaio al programma di riapertura e ora nulla…tutto da rifare! La vita insegna che dobbiamo adattarci continuamente ai cambiamenti che non dipendono da noi. Alzarci ogni mattina, reinventarci tutto. C’è poco tempo per abbattersi perché il lamento non ha mai portato il pane sulla tavola.
Mi sento graziata dalla vita ad avere questo prezioso tetto sulla testa, un cuore buono, persone fantastiche intorno, tanto vino in cantina…che di sti tempi serve. Tutto andrà bene dice qualcuno e io ci credo perché qui, tutto sommato “va tutto bene” dal 1200 quando la mia famiglia arrivò qui su questa collina e costruì questa casa. Quanti eventi catastrofici segnarono queste mura? Posso di sicuro dirvi che ci furono banditi, terremoti, una guerra mondiale, malattie come la tubercolosi ecc ecc. Dunque occorre obiettività! Le genti di Appennino, oltretutto, hanno sempre lottato con un territorio aspro, isolato, povero e impervio e questo è anche il mio dna di cui vado fiera. Quindi si va avanti, la multifunzionalità e flessibilità per me è sempre stata la chiave e continuerà ad esserlo anche ora!
Veniteci a trovare, programmate qui vacanze e se potete assaggiate il nostro vino buono…Ce la faremo anche questa volta, noi gente d’Appenino, gente d’Italia.

Per info:

346 2711243

Info@casavallona.com

www.casavallona.com

 

 

 

La distilleria bolognese Gio Buton e quei bicchieri stile liberty ritrovati

Questi bicchieri meravigliosi in stile liberty con decoro di Giovanni Maria Mataloni, ci danno modo di parlare della storia di una prestigiosa ditta bolognese.

“Il marchese Filippo Sassoli dé Bianchi rifonda la distilleria di liquori Buton, nata nel 1820 dal sodalizio fra il reduce napoleonico Jean Bouton (1831-1869, ex fornitore della casa reale francese, proveniente da una famiglia di distillatori della Charente) e Giacomo Rovinazzi (1834-1912), pasticcere sotto il portico del Pavaglione.

Dal 1830 la Gio. Buton s.p.a ha sede a Bologna in viale Pietramellara, dove ha prodotto distillati di grande successo, come l’Amaro Felsina, la Crema Cacao, il Cognac Buton, la Coca Boliviana e persino uno sciroppo a base di gomma, descritto come “preservativo sovrano contro le malattie di petto”.

La ditta partecipa nel 1900 all’Esposizione Universale di Parigi con un fastoso chiosco in stile liberty, opera di Ermete Maccaferri, premiato con medaglia d’oro”.

Fonte: libreria Sala Borsa Bologna

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Giovanni Maria Mataloni  ( Roma 1869 – 1944)

Nome storico dell’arte cartellonistica italiana, Mataloni entrò nel 1891 come apprendista litografo presso le Officine Grafiche Ricordi di Milano, realizzando, quattro anni più tardi, il famoso manifesto per la lampada a incandescenza-brevetto Auer, il primo a entrare a far parte della collezione di Ferdinando Salce, la cui raccolta di cartelli pubblicitari è oggi custodita presso il Museo Civico Luigi Bailo di Treviso. Il sinuoso stile Liberty espresso dai suoi disegni provocò l’ammirazione del grande studioso d’arte Vittorio Pica, uno dei primi critici a interessarsi al manifesto pubblicitario. Mataloni lavorò anche per gli editori Chappuis e De Agostini (per quest’ultimo creò anche il noto marchio con la figura di Atlante). Illustrò anche molte copertine di libri e di cataloghi, collaborando anche al prestigioso annuario «Novissima».

(AA.VV., Catalogo Bolaffi del Manifesto Italiano, Giulio Bolaffi Editore, Torino 1995)
 

Saslà che novità!

Da quest’anno Casa Vallona partirà con una micro produzione di vino bianco Pignoletto fermo e frizzante. Ed è tra questi filari d’antan, appartenuti ad un signore anziano che ora non c’è più, che abbiamo pescato qualche pianta di Uva Saslà da tavola, vitigno raro e pregiato. Che farci dunque con questo bottino inaspettato e già maturo? Sapevo ben poco in merito ed è partita la ricerca di informazioni.

Sono approdata con stupore al sito di Slowfood scoprendo che “Saslà è la Traduzione emiliana del francese chasselas, si tratta di un vitigno a bacca bianca coltivata nei colli bolognesi tra Castello di Serravalle e Monteveglio (due località del comune di Valsamoggia, Monte S. Pietro e Casalecchio.

Il grappolo è formato da piccoli acini tondi con una buccia molto lucida e sottile, di colore dorato. Ha una maturazione piuttosto precoce e si raccoglie nella metà di agosto. Si consuma soprattutto come uva da tavola ed in passato si destinava anche alla vinificazione. Buona parte dei poderi nelle valli del Samoggia, del Lavino e del Reno avevano diversi filari di quest’uva che, dopo la vendemmia, si vendeva in Italia ma anche all’estero (in Germania ed Austria). Per confezionare il prodotto nei tipici plateau di legno di pioppo, si impiegavano diverse donne che sforbiciavano gli acini marci oppure immaturi usando delle forbici chiamate giurein“. (Fonte https://www.fondazioneslowfood.com/it/arca-del-gusto-slow-food/uva-sasla/)

Insomma per farvela breve, tra poco avremo gelatine pregiate di Saslà in agriturismo e succhi di uva strepitosi!!

Ho scoperto poi che da qualche anno in Valsamoggia vi è anche una festa dedicata a questo vitigno e vi consiglio di farci un passaggio l’ultimo week end di agosto. Qui di seguito il link:

http://www.frb.valsamoggia.bo.it/musei/eventi/festa-del-sasla-2019-terza-edizione/

A presto

Chiara

Ancora Bologna scomparsa e un calendario misterioso

Il regalo della Fam. Vivarelli, storica famiglia che vive nel borgo di Case Vallona con noi dal 1800 (quando Maria Vallona sposò il signore dall’omonimo cognome portando in dote anche la bellissima parte sottostante del borgo con la casa torre), ci dà lo spunto per parlare ancora di Bologna scomparsa: La Bologna dei tribunali giudiziari.

Il calendario donato dalla Fam. Vivarelli cita:

Regia Tipografia Fratelli Merlani (come si nota anche dalla foto d’epoca più sotto). Via Accuse 8, telefono interurbano 1-32

È rimasto l’ultimo giorno dell’anno:

31 dicembre ma non si sa di che anno parliamo, potrebbe essere un arco temporale che va dal 1860 (anno in cui la società divenne regia ovvero di Stato) al 1916 anno in cui la strada venne demolita per i lavori di riurbanizzazione del centro storico. Era un giovedì, quindi si scartano a priori gli anni in cui il Capodanno cadde in altre giornate. Rimane comunque il mistero sull’anno di pubblicazione.

Nella foto: il bellissimo calendario in stile art nouveau con motivi floreali. È sopravvissuto ai secoli e alle temperie piuttosto egregiamente.

Cosa sappiamo della Tipografia?

“La Società tipografica Tinti e Merlani alla Volpe

Si costituisce una società tipografica fra Leone Merlani e Raffaele Tinti, al fine di rilevare la vecchia e gloriosa tipografia Dalla Volpe, sotto il portico del Pavaglione, e la libreria Marcheselli. Nel 1854 la ditta acquisterà anche l’impresa Sassi dei conti Rusconi e l’anno seguente assumerà pienamente anche la Società Tipografica Bolognese di Filippo Trocchi.

Dopo la morte dei due soci, il patrimonio passerà ai fratelli Gustavo e Pantaleone Merlani. Nel 1860 la tipografia diverrà governativa, con l’esclusiva per le pubblicazioni della pubblica amministrazione e quindi assumerà definitivamente la dizione di “Regia Tipografia”. Fonte: Sala Borsa

Cosa sappiamo di via Accuse?

Scopriamo qualcosa di via Accuse qui di seguito, grazie a segnalazione di Sandro Samoggia.

Fonte: www.miabologna.it

Grazie a coloro che ci vorranno dare più informazioni o aggiungere dettagli.

Chiara

Cosa ci fanno una lavagna e un pozzo in casa?

Buon lunedì a tutti e a tutte!

Stamattina vi racconto due cose particolari del salone dell’agriturismo.

Lo sapevate che:

-Tra il 45 e il 49, a seguito dei bombardamenti della scuola pubblica, i bambini di Monte San Pietro fecero le elementari qui da noi perché la nostra famiglia aveva una casa molto grande e spaziosa che ben si prestava ad ospitare i banchi di scuola

-È anche presente, e splendidamente conservato, uno dei rari pozzi in casa che permetteva alla famiglia di attingere ad acqua potabile direttamente dagli ambienti interni, semplicemente aprendo una porticina senza dover uscire ed esporsi a scorribande di briganti e al freddo dell’inverno. Un lusso insomma!

Ci sono tante storie per ogni oggetto e posto di questo casale con un’anima antica…basta venire per scoprirne altri!

Siamo aperti con il B&B fino a dicembre, il ristorante dell’Agriturismo invece dal venerdì sera alla domenica a pranzo!

😊☀️ Buon inizio settimana

Chiara

Una scatola di latta ci riporta alla Torino del 1920

Una vecchia scatola di latta emersa dalla polvere del granaio di Casa Vallona ci riporta agli inizi del 900!


“A Torino, all’inizio del XX secolo, Walter Marchisio fondò la sua azienda, che sfornava ogni giorno biscotti, wafer, gallette, frollini e delizie varie. Subito dopo la Prima Guerra Mondiale ci fu un ampliamento delle attività, con l’occupazione dell’intero isolato, e in età fascista l’azienda Wamar divenne un vero e proprio modello anche sociale, con sale per la mensa, per l’allattamento, per il primo soccorso in caso di infortuni. Il grande successo della Wamar arrivò negli anni 60: la produzione iniziò a essere su scala industriale e uno dei suoi prodotti, il Biscotto Salute, acquistò rapida fama; nel suo catalogo anche panettoni e colombe, oltre alle produzioni che le avevano dato notorietà. 

Poi, negli anni ’80, iniziò il declino: si tentò di spostare la produzione in Campania, ma senza successo; all’inizio degli anni ’90 ci fu la chiusura definitiva. Oggi l’edificio ospita attività commerciali ed è testimone, insieme a molti di quest’area, della Torino industriale; a pochi passi ci sono il Lingottino, miracolosamente in piedi, dopo le demolizioni che hanno distrutto le belle fabbriche del suo isolato, iDocks Dora, il Museo Ettore Fico, che sorge in un ex edificio industriale: la dimostrazione di come gli antichi capannoni un tempo animati di operai, possano ritrovare nuova vita e ricordarci chi siamo stati.

Su youtube c’è un video muto dell’Istituto Luce, che illustra l’attività della Wamar. Sono poco più di 3 minuti preziosi, in cui si vedono lo stabilimento, l’impastatrice, i biscotti che escono dalle macchine, la loro impacchettatura; sono volti e strumenti del passato, della nostra città, per questo più emozionanti.”

Link a YouTube

È grazie al ritrovamento di questi oggetti che viaggiamo nel tempo e nello spazio rimanendo in questo angolo di mondo incantato!

Vi aspettiamo dal 23 aprile 2019 per l’apertura della stagione.

A presto

Chiara

Parte storica tratta dal sito: rottasutorino.blogspot.com

Il tesoro storico di Casa Vallona

Sono grata che questa casa abbia conservato documenti storici, libri, testimonianze di uno dei periodi più importanti e drammatici della nostra storia. Un ventennio dagli anni 30 agli anni 50 che ha radicalmente cambiato la vita del nostro paese. Un periodo che ingloba la Seconda Guerra Mondiale, di cui mia nonna è fortunatamente ancora testimone vivente. Questa guerra passò dall’Appennino e tra queste mura. Credo sia importante, fondamentale, la memoria storica e non dimentichiamoci che un pezzetto giace qui, nelle case di campagna dove tedeschi e partigiani si rifugiavano in mezzo alla gente comune, famiglie contadine, come la nostra famiglia Vallona di Monte San Pietro, Bologna.

Chiara